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Il Re del Saflex


Il Saflex - anche detto frullino- lo porta alla cintura dove ha ricavato, nel tempo libero, una tasca in cuoio e lamierino in ferro a mo’ di fodero, con l’inserto per cavo e spina.

Quando sbuca dal ponteggio la mattina, serafico e definitivo, è l’incontrastato Vin Diesel del cantiere, ferite sul corpo comprese. Si chiama Dimitrio, o almeno così l’hanno tradotto i colleghi albanesi, moldavi, ucraini o connazionali che hanno condiviso un nome alla portata di tutti e che -in fondo è giusto- omaggi almeno nel suono il paese che li ospita tutti. Allora anch’io, in quanto indigeno, lo chiamo così.

E’ in fibrillazione perchè si avvicinano le ferie e con esse, - architè, sediciggiourni- lo sfogo da sei mesi represso di un’agitata notte di luna rumena. Lo aspetta Aurika, la moglie che una volta ho visto in foto. Una matrioskona che mi ha ricordato la nonna da giovane, ma come se l’avessero zoomata in una fotocopia ingrandita, appoggiata a un forcone davanti a un covone di paglia da manifesto trotzkista, gonna al ginocchio in lana cotta e fazzoletto in testa.

Gestisce la casa di famiglia con gli euro che le spedisce - o almeno le spediva - puntuale ogni mese, apparecchiando il suo ritorno - un giorno si sperava - definitivo, insieme al nonno zuppo di wodka, la nonna sua copia invecchiata, una serie di figli suoi e non e una mucca. Dimetrio promette di scendere dal pulmann rincarcato da giorni e notti di viaggio, giusto il tempo di strecciarsi spalle e gambe e abbracciare in un impaziente circolo alla vodka la famiglia tutta per saltare i convenevoli e buttarsi con Aurica sul covone a ululare alla luna.

Dimitrio sa fare praticamente tutto quello che noi facciamo fare agli extra o ex extra comunitari. Piastrelle, cementi armati, tinte, ferro, saldature, rubinetti, guaine, scatole sifonate, e chi ha in casa uno scarico non sifonato sa di cosa parlo. I cavi elettrici li spella con i denti, con o senza energia elettrica. Una volta l’ho visto usare le dita come presa interbloccata - l’ho lasciata ar cammion, architè -, ma è saltato il magnetotermico giù nel quadro e non ha potuto completare l’opera.

Ovviamente monta qualsiasi prodotto, utensile e complemento, ma l’aspetto più interessante è che se gli affidi un ikea qualunque, divano, libreria Billy o stocckhosen di legno massello da due metri e mezzo, lui porta tutto in un unico viaggio.

- Sparambbio benzina, architè -, e tu sudore, nevrosi e ernie ietali. Non guarda mai le istruzioni però, sa che la lingua bene che vada è italiano e l’italiano, per quello che serve, basta e avanza se capisci quando parlano - che tanto, architè, gli italiani parlano e basta -. Salda a meno di maschera qualunque prodotto, metallo, plastica, legno, muri: ne ha le attrezzature e si ingegna, in mancanza di apposito catalizzatore, a mischiare fra loro i materiali producendo sculture neobrutaliste che fanno invidia al Gugheneim.

Non che farebbe male ad una mosca, almeno a giudicare dal suo atteggiamento di fronte alle mosche quando io sono presente, ma non vorrei mai assolutamente sbagliarmi, essere mosca nei suoi paraggi quando lo facessero innervosire e il saflex riposto nella cintura si accendesse in un impeto alla legittima difesa.

Mi ha raccontato davanti alla ciotola salvafreschezza con salsiccia e fagioli al sugo del suo frugale intervallo di mezzogiorno, che tanti ne conosce di connazionali e prossimi che si portano a casa tombini, sportelli der gasse, panchine e recinti stradali. 26 cientesimi a kilo ti danno, architè-, mi ha detto strusciando la rosetta nella ciotola, e di questi tempi una putrella sono 40 sacchi, una spesa il sabato al Lidl.

Se è ancora vero che un amico si riconosce nel momento del bisogno, Dimitrio è certamente un’amicizia in cui il bisogno è sempre più a senso unico, unico supporto in muscoli ed ossa in tempi di contatti virtuali che all'occorrenza di urgenze e difficoltà restano spenti nel computer.

Che te ne fai di un architetto in tempi di crisi? di un avvocato, un intellettuale, un ragioniere se devi attrezzarti per periodi bui? a cosa ti attacchi se nessuno brama più uno spatolato in camera e una jacuzzi in marmo nel bagno patronale? A chi rivenderesti un tombino, ad esempio, seppure riuscissi mai a sollevarne uno, come ti barcameneresti nel divellere una persiana blindata per saldartela su porte e finestre, casomai volessi barricarti in casa?

Per questo in tempi i cui cominciano ad avvertirsi attorno inquietanti avvisaglie di sacrificio estremo, nel volare di missili di focolai di guerra di chi ha la potenza per approfittarsi di chi è sempre più rincoglionito, quando cominci a realizzare che il Saflex è l’estremo rifugio e la legittima difesa, Dimitrio, suo sacerdote massimo, è la via di scampo ultima.

Lo Spiderman della crisi, il Mac Gyver dell’improvvisazione estrema, l’ultimo angelo custode che possiamo permetterci di tenerci come amico.


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