Senza la sinistra
Se per un accidente qualsiasi dovessimo trovarci improvvisamente impediti nell’uso della sinistra o costretti a farne a meno, capiremmo quanto è invece necessaria e quante delle nostre quotidiane attività risentirebbero della sua mancanza.
Non sapremmo ad esempio come tenere il volante alla guida dell’auto, sollevare una cassetta di frutta o di patate, togliere la cera appena passata la cera, reggere il cellulare intenti in altro, praticare autoerotismo scomposto, ripararci con l’ombrello uscendo dal supermercato carichi di spesa.
Ma, seppure riuscissimo ad abituarci all’assenza, seppure arrivassimo un giorno ad evolverci in esseri asimmetrici, con la punta del cuore rivolta a destra, un solo braccio, una sola gamba, un solo testicolo, ebbene neppure in un mondo tutto e solo destro il concetto di sinistra smetterebbe di esistere.
Perchè la Sinistra non è una cosa che sta in un posto ma il posto stesso, un luogo concettuale senza spazio né tempo dove vanno a finire le cose che non sono nate destre, né ci vogliono diventare. Ideale vuol dire che, anche se abbandonato, depredato e disanimato, un luogo non può svanire.
Perfino il Dio biblico, se ci pensate, che pure ha previsto per il Figlio lo scranno destro, non sarebbe compiuto senza il parimenti importante Terzo Vertice del Triangolo, lo Spirito Santo che, occupando la postazione opposta al Figlio, è per deduzione a sinistra.
A dimostrare che, per quanto la Destra sia universalmente, – quasi naturalmente – considerata la sponda retta, la prima che si nomina quando si indica a un turista, quella con la quale la maggioranza sbriga le faccende più importanti e tiene sempre alla guida su qualsiasi strada, per quanto la Sinistra sia riservata alle stranezze e alle bizzarrie, tipo gli inglesi che guidano contro natura, resta comunque fondamentale alla completezza del duopolio che riempie lo spazio.
Condivise queste banali considerazioni si può affrontare anche il dolore -o la soddisfazione- dei tanti che danno per morta la Sinistra, dopo la debacle delle sue rappresentanze italiane ed europee.
Svaporata come un anacronistico vezzo radical, eliminata come un’amputazione di un pezzo in necrosi, avviata al capolinea come un qualsiasi 409 a fine turno, calata come un sole dell’avvenire giunto al tramonto.
Ne deriverebbe, si presume, un futuro di soli destri, vincitori in marcia verso il progresso, ma sulle stampelle, perchè manchevoli di un intero lato, arti compresi, che hanno seppellito in giardino zompettando sulla gamba buona.
Ma la Sinistra non è un partito, che vinca, perda o giunga al capolinea. E’ il pozzo senza fondo di idee e principi che -per intenderci- tengono alla sorte dei più sfigati fra di noi e preesistono anche ai primi parlamentari che ci si accomodarono.
Finché c’era il muro a distinguere cosa stesse di qua e cosa di là, la Sinistra coincideva pressapoco con lo zoccolo di partiti che la rappresentavano, ma senza un confine netto, ormai capita di tutto.
Che perfino che le idee più sinistre, comincino a vagare per gli schieramenti avversi per diventare cavalli di battaglia di politici più svegli, che avvertono la pressione dal popolo e la cavalcano, -si spera per andare a realizzarle-.
Facendo peraltro un bottino di consensi, migrati in blocco dalla barricata di partiti che volevano dirsene rappresentanti.
Così i partiti vanno e vengono, la idee anche le più sinistrorse si mischiano in paradossi di promesse, diventano strategia di marketing, si scindono in ciò che conviene a chi se ne appropria e cosa invece resta a poltrire nel luogo ideale dagli argini rotti.
Sinistra diventa lega, movimento, rottamazione, anti potere, reddito, flat tax e anti casta, il suo omologo e il suo opposto, fino a confonderci se sia davvero di sinistra o di destra. O peggio di quel non luogo impossibile dove non si sta né a destra né a sinistra.
Ma tranquilli. Di una cosa possiamo restare certi, che le cose di sinistra si riconoscono: basta verificare che convengono alla parte della popolazione più sfigata, quella che, appunto, tradizionalmente stava a Sinistra.